Le donne di Amfissa, Lawrence Alma-Tadema​​​​​​​, 1887

“Hai proprio un corpo ben fatto, Straniero,
o almeno così direbbero le donne: non è per loro che sei venuto a Tebe?
E guarda quei riccioli lunghi (certo non sei un lottatore!),
che ti lambiscono le guance, come traboccano di desiderio…
La tua pelle è bianca e non credo sia un caso:
tu fuggi i raggi del sole, ti muovi nell’ombra,
vai a caccia di Afrodite armato della tua bellezza.”

Per Penteo, che qui si rivolge a sua insaputa ad un Dioniso in vesti mortali, conoscere l’identità del dio significherà morire.
Dioniso, il dio dalle corna di toro, giunge a Tebe per rendersi visibile ai tebani, che non ne riconoscono potenza ed essenza divina, ma lo fa inizialmente celandosi dietro le sembianze di uno Straniero dai capelli biondi, giunto da lontano (il dio del teatro si maschera). Per punire l’umana miscredenza instilla il seme della follia in un gruppo di donne tebane protagoniste della tragedia euripidea: le Baccanti (Menadi). Tra loro vi è Agave, figlia di Cadmo, re leggendario che comparirà nella tragedia greca, e madre di Penteo. E sarà proprio Agave, durante i rituali dionisiaci, ad uccidere, decapitare e smembrare (aiutata dalle compagne) il figlio Penteo, credendolo un giovane leone (non vede, la follia le offusca i sensi). Ebbene, è curioso come in questa tragedia a venire sacrificato (sparagmós) infine sia proprio Penteo che, senza saperlo, sentenziando il dio, diviene profeta di sé stesso: 
“Se lo sorprenderò sotto questo tetto (parlando dello Straniero), smetterà di agitare il tirso e di scuotere i capelli: gli staccherò la testa dal collo.”
Alla fine della tragedia tutti i personaggi si rivelano: lo Straniero si spoglia delle sue vesti. Torna Dioniso, non più figlio di Semele ma figlio di Zeus (per accentuarne la natura divina); la testa di Penteo diviene maschera, oggetto di scena; Agave torna in sé e decide di andare in esilio (di sparire dopo essere stata troppo in vista e aver commesso terribili atti); Cadmo torna ad essere il saggio re leggendario, smette di essere solamente un vecchio.
Penteo non comprende né se stesso né la dimensione divina del mondo, è legato a dogmi antichi e ragionamenti razionalistici. Quando giungerà a comprendere, a vedere, spinto dall'eros, allora sarà già troppo tardi: pagherà la conoscenza con la vita stessa.
"Tu non sai cos'è la tua vita, non sai cosa fai né chi sei."

Bacco, Caravaggio, 1598

Bacco, Menade e Fauno,  Gerard de Lairesse, 1680

Baccante, Frederic Leighton, 1895

Penteo viene squartato dalle Baccanti, Casa dei Vettii, Pompei, I secolo d.C.

Baccante, Ferdinand Leeke, XIX secolo

L'Amour au Banquet, Gustave Courtois, 1897

Baccanale, Francesco Zuccarelli, 1740-1750

Baccante, John Collier, 1900 circa

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