Nel mondo sembra non esserci più spazio per i romantici.
In un momento storico in cui tutto è mercificato e consumato con avida lestezza, siamo giunti a consumarci a vicenda nel medesimo modo. La nostra realtà è stata imbruttita da un ego (il nostro) ingombrante, di conseguenza abbiamo in parte perduto la capacità di curarci degli altri. Di vederli realmente.
Di interessarci. Di comprendere. Di interpretare qualcun altro all'infuori di noi. Ma forse il problema risiede nel fatto che non sappiamo comprendere nemmeno noi stessi.
E questo è un gran peccato. 
Sembra quasi che l’amore sia divenuto una forzatura, un sentimento fuligginoso, opaco. Straziato.

Siamo ansiosi, emotivamente instabili, irraggiungibili. Disattenti. Codardi, a tratti.
Come darci torto? Viviamo in un quotidiano sciacallo e ci nutriamo di grigie carcasse emotive, quali infelicità, inadeguatezza e inquietudine. Siamo nati in un sistema socioeconomico che ci impone di monetizzare tempo, ricordi e sentimenti. Scrolliamo profili social e app di dating con scriteriata insistenza. È solo la presenza fisica a bucare gli schermi, viso dopo viso, corpo dopo corpo. Nulla è mai abbastanza. Tutto è deludente. Siamo incontentabili ed annoiati. Tutto è mercificabile.
Le nostre menti sono state avvelenate dall’irraggiungibile ideale della perfezione. 
"Questa persona mi piace, la trovo interessante, ma credo che là fuori possa esserci qualcuno di meglio."

Il poter o voler cambiare partner non è ovviamente da ritenersi presuntuoso. Il saper riconoscere il nostro valore, le nostre potenzialità e il voler ritrovarle in un altro essere umano è un sacrosanto diritto. Questa ricerca dell’ e nell’altro diviene catastrofica quando, al contrario, fatichiamo a dare una forma alla nostra individualità e ad attribuirci meriti e difetti.
In questo caso sarà molto più probabile scontrarsi con persone sentimentalmente disfunzionali, il che, oggigiorno, risulta essere molto comune. 
Personalmente la vedo come una diretta conseguenza di questa spasmodica ricerca della precedentemente citata perfezione: non sono all’altezza di alcuni standard (tossici) di bellezza e di performatività (lavorativa e/o sociale) quindi non valgo abbastanza. Se la mia autostima è bassa è più facile che io divenga preda di qualche vampiro emotivo o che lo diventi a mia volta. Per prevenire il male esorcizzatelo sin dalla prima uscita ponendo il fatidico quesito: “Scusa, ma tu ci vai in terapia?” (Munitevi di crocefisso e acqua santa, non si sa mai.)

Da tempo le relazioni umane (di qualsiasi tipologia) destano in me parecchi interrogativi e ogni tanto penso con assoluta onestà: abbiamo acquisito nuovi importanti valori per perderne altri di altrettanto importanti. Un esempio? Cura, pazienza e sensibilità sono considerate ad oggi rare prodezze dello spirito. Ma sono ciò che di più sacro reclama l’amore, di qualsiasi tipologia di amore si voglia argomentare.
È chiaro: a volte nemmeno queste nobili qualità sono salvifiche in un rapporto di coppia e ciò, al terminare di quest'ultimo, provoca dolore. Tempo e cambiamento ci sono nemici ed alleati. Ma amare, il donarsi ad una persona meritevole della nostra amorevolezza, è bellissimo. Questo anche nel caso comune in cui una persona non sia destinata a far parte della nostra vita finché morte non ci separi; possiamo comunque trarre il meglio dalla sua passeggera presenza. Ogni persona è un insegnamento (nel bene e nel male). Vi auguro che essa lo possa essere più nel bene. 
Queste odierne e odiose situacionship invece sono un incubo. Ghosting, gaslighting, love bombing… le spade di Damocle del nostro secolo. Possibile che si sia perso il senso della semplicità? Che tutto sia etichettato ed etichettabile? Anche in amore? 

Questi caotici approcci con l'altro derivano dal fatto che abbiamo posato attorno a noi fragili fondamenta sulle quali edificare un intricato spazio emotivo che non sappiamo ancora occupare adeguatamente. La difficoltà risiede proprio nel riuscire ad educare la nostra libertà sentimentale che non dovrebbe andare a scalfire la libertà sentimentale altrui. Una persona non è  incarnazione reale di un ideale digitale; è un altro essere complesso e suggestionabile. Tendiamo a dimenticarlo. Ad esempio: io non sono Neodecadentismo, ma Neodecadentismo fa parte di me e di come concepisco il mondo. È la mia visione artistica, intima e a volte esteticamente delirante.

Maneggiate con cura i cuori delle persone. 
Gentilezza, premura, onestà, rispetto ed educazione sono tra le più onorevoli qualità umane. 
Neodecadentismo sarà sempre dalla parte dell’amore. Quello reale, sanguigno, fedele e gentile. Profondamente radicato e radicale. Sincero. Amicale. Non violento. Siamo destinati a fare del male e a provarne, ma è il modo in cui lo produciamo e lo subiamo a fare la differenza.

“Love, love madly, love as much as you can and if they then should tell you it's a sin then love your sin and you shall be innocent.”
“Ama, ama follemente, ama più che puoi e se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente” 
(Romeo e Giulietta, William Shakespeare)

Vi auguro che i vostri cuori possano essere toccati con delicatezza in questo granitico contemporaneo.


Ps: vi aggiungo qui di seguito dei bei dipinti in tema amore :) 


Giorgia Angelica/Neodecadentismo

Ninfa e pastore, Tiziano Vecellio, 1570-175 circa

Il bacio, Francesco Hayez, 1859

Tristano e Isotta, John William Waterhouse, 1916 circa

Venere e Cupido, Artemisia Gentileschi, 1625-1630 circa

Il bacio (Romeo e Giulietta), Gaetano Previati, 1890 circa

Amor Vincit Omnia, Michelangelo Merisi da Caravaggio, 1601-1602

Romeo e Giulietta alla tomba dei Capuleti, Eugene Delacroix, 1850 circa

Giovinetta che si difende da Cupido, William-Adolphe Bouguereau, 1880

Tannhäuser en el Venusberg, John Collier, 1901

The kiss, Edvard Munch, 1896-1897

Verso la foresta II, Edvard Munch, litografia, 1915

Ercole e Onfale, François Boucher, 1730 circa

Venere e Marte, allegoria della pace, Louis-Jean-François Lagrenée, 1770

Beata Beatrix, Dante Gabriel Rossetti, 1872

Venere, Marte e Amore, Pietro di Cosimo, 1505 circa

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